Tosse, raffreddore, febbre, influenza… per combattere questi malanni ci affidiamo all'azione dei mucolitici, farmaci in grado di fluidificare le secrezioni mucose delle vie respiratorie, soprattutto quando sono dense e vischiose. Possono modificare la qualità e la quantità delle secrezioni, stimolare le ghiandole che producono il muco, agire sulla motilità ciliare, influenzare direttamente la viscosità del muco, esercitare azione tensioattiva detergente e cicatrizzante bronchiale.
Uno dei mucolitici più diffusi è l'acetilcisteina che, oltre a ridurre la viscosità del muco, ha anche proprietà antiossidanti utili per tenere sotto controllo l'infiammazione, dal momento che è in grado di proteggere il tessuto respiratorio dai fenomeni degenerativi.
Come si assume correttamente un farmaco mucolitico? Dal momento che questi medicinali possono danneggiare la mucosa gastrica se presi a stomaco vuoto, gli esperti ne raccomandano l'assunzione dopo i pasti. Devono stare attente, inoltre, le persone che hanno avuto un'ulcera gastrica.
Se il farmaco non è in polvere, ma si presenta in pastiglie effervescenti, invece, non tritare o spezzettare il medicinale. Alcuni lo fanno perché sono convinti di non riuscire a ingerire la compressa intera, ma così facendo rischiano di disperdere parte del principio attivo e di assumere una dosa inferiore di quella raccomandata dal medico. Non è una buona strategia anche disperdere la pastiglia in mezzo al cibo.