Sintomi

Influenza: i ceppi virali

Influenza ceppi virali

Come si sa, le sindromi influenzali che costringono a letto milioni di persone nel mondo ogni anno sono causate da una famiglia di virus, gli Orthomyxovirus o Influenzavirus, in continua mutazione; stagione dopo stagione, si assiste alla continua evoluzione di questi agenti patogeni.

I virus dell’influenza che ci colpiscono, dunque, non sono mai gli stessi: per questo motivo, è importante conoscere qualcosa in più riguardo le varianti principali degli Influenzavirus.

 

Influenzavirus A

È il genere di virus influenzale più diffuso e più virulento nell’uomo; tutte le principali epidemie globali di influenza possono essere attribuite a virus del tipo A.

Si tratta anche del virus dalla più ampia varietà genetica: si identificano un gran numero di sierotipi del virus dell’influenza A a seconda dei sottotipi delle glicoproteine emoagglutinina e neuraminidasi presenti sulla superficie. Per distinguerli, vengono contrassegnati attraverso le lettere H (emoagglutinina) e N (neuraminidasi) e numeri; ad esempio, la famigerata “influenza aviaria” degli anni Novanta veniva identificata con la sigla H5N1. L’influenzavirus A, sebbene colpisca l’uomo e numerose altre specie animali, affonda le sue origini negli uccelli, dove è possibile ritrovare tutti i diversi sottotipi.

 

Influenzavirus B

Il virus B colpisce quasi esclusivamente l’essere umano.

Rispetto all’influenza A, il virus B muta molto più lentamente; questo fatto assicura una virulenza minore, grazie alle forme di immunità temporanea che vengono acquisite nelle popolazioni umane, e un rischio poco significativo di epidemie a livello globale.

 

Influenzavirus C

È la famiglia di virus influenzali meno comune. A causa della ridotta mutabilità genetica, non costituisce un vero e proprio rischio epidemiologico e implica, in condizioni normali, sintomi modesti. Se non trattata, però, può dare comunque luogo a complicazioni anche gravi.

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