La fitoterapia in aiuto dei malanni di stagione.
Le piante medicinali possono essere utilizzate per prevenire i malanni di stagione, quindi per rafforzare le difese immunitarie, ma possono anche essere impiegate per alleviare i sintomi.
Parlando di prevenzione la pianta più conosciuta è l’Echinacea. La fitoterapia impiega ben tre tipi di Echinacea, ma alla luce dei dati recenti, quella purpurea è la specie che meglio si
adatta a essere utilizzata per prevenire influenza e raffreddore. Si somministra sotto forma di succhi freschi (dosaggio: 5 grammi) o liofilizzati o di estratti della pianta (che devono sempre avere un dosaggio corrispondente ai 5 grammi del succo fresco). Si consiglia di seguire dei cicli intervallati: tre settimane di trattamento, un’interruzione per un equivalente periodo, da ripetere al massimo tre volte durante la stagione invernale. Non va somministrata nella prima infanzia e in chi soffre di malattie autoimmuni, come ad esempio psoriasi, artrite reumatoide o tiroiditi. È anche sconsigliata a chi è allergico alle Asteraceae.
La rosa canina è una pianta immunostimolante che si può utilizzare a livello preventivo, ma soprattutto come trattamento. È molto ricca in vitamina C. La rosa canina si utilizza sotto forma di estratto secco: un dosaggio intorno ai 75-100 mg al giorno di vitamina C è ideale per il mantenimento della buona funzionalità immunitaria. Per alleviare i sintomi invece si può aumentare il dosaggio fino ad arrivare anche a 400-500 mg di vitamina C per ottenere una funzione protettiva e curativa verso le sintomatologie da raffreddamento.
Il ginseng americano, Panax quinquefolium, è utilizzato per rafforzare il sistema immunitario.
Si utilizza 1 g di radice polverizzata al giorno o dosaggi equivalenti di estratti secchi. Oltre ad agire sul sistema immunitario, i ginsenosidi agiscono anche sull’asse ipotalamo-surrene e anche se indirettamente sul sistema endocrino, per cui questo tipo di radice va assunta con cautela dalle donne ed è sconsigliata per le persone ipertese.
Anche l’uncaria, in particolare la corteccia, è una pianta medicinale impiegata a scopo
preventivo per la sua funzione immunomodulante. Aumenta in maniera molto interessante la funzione linfocitaria e ripristina la corretta funzionalità del sistema immunitario. Il tipico
dosaggio giornaliero degli estratti secchi di uncaria è 200-300 mg.
Lo zenzero è un antinfluenzale ideale per la sua funzione antinfiammatoria e diaforetica,
quindi fa sudare. Si somministra sotto forma di decotto della radice, bevuto bollente e magari edulcorato con un po’ di miele.
Nella cura dei disturbi respiratori, il pelargonio ha un ruolo molto importante. Il pelargonio, o geranio sudafricano, è registrato in Italia come farmaco ed è impiegato in tutta Europa al pari dell’echinacea. È da sempre utilizzato dalle popolazioni indigene come panacea per tutte le malattie respiratorie, in Europa invece è conosciuto per le sue proprietà immunomodulanti, antibatteriche e antivirali. Tutti i disturbi respiratori tipicamente invernali trovano giovamento dall’utilizzo di questa pianta, che è da somministrare ai primi sintomi dell’influenza. Per le dosi del trattamento bisogna seguire strettamente le indicazioni riportate nella posologia: 60 mg di estratto secco al giorno o 90 gocce di soluzione liquida.
Il sambuco è una pianta molto interessante, è un diaforetico. I fiori di sambuco hanno un
effetto antifebbrile e si usano di solito sotto forma d’infuso: un cucchiaio di fiori triturati in una tazza di acqua bollente, in caso di sintomatologia da raffreddamento. I frutti di sambuco hanno un’azione antivirale confermata dalla letteratura scientifica ed sono perciò ideali in caso di febbre e raffreddamento.
L’olivello spinoso condivide con il sambuco la sua funzione antivirale, in più ha anche
un’azione specifica sui virus dell’influenza. In trattamento può essere utile per la sua azione antinfluenzale. I dosaggi di sambuco e olivello spinoso variano a seconda del prodotto utilizzato ed è per questo bene rifarsi alle indicazioni dei produttori.