Agosto e settembre sono i mesi da cerchiare in rosso per chi è allergico all'ambrosia. Si tratta di una pianta con un polline altamente allergico, che si propaga molto facilmente nell'aria. Proveniente dagli Stati Uniti e dal Canada, si è diffusa largamente anche in Italia, soprattutto nella Pianura Padana, tanto che in Lombardia è diventata una delle allergie più diffuse. Fino a qualche tempo fa questa pianta erbacea cominciava a fiorire dalla seconda metà di agosto. A causa dei cambiamenti climatici, però, la fioritura parte già dalla fine di luglio. È una pianta infestante, particolarmente resistente.
I sintomi sono quelli tipici delle allergie ai pollini, ma generalmente più persistenti. La quantità di polline dispersa è infatti superiore a quella di qualsiasi altra pianta. Com'è noto con più allergeni si entra in contatto, più severi saranno i sintomi. Si va dagli starnuti, alla congiuntivite con prurito e bruciore agli occhi, passando per la congestione e il prurito nasali, arrivando nelle forme più gravi all'asma allergico, che si presenta con difficoltà respiratorie, senso di costrizione al torace e tosse.
In tempo di Covid è bene rivolgersi sempre al proprio medico quando ad agosto compaiono questi sintomi. La differenza sostanziale è l'assenza di febbre quando si è allergici. In questo caso l'uso di una mascherina che filtra l'aria può rivelarsi utile. Capita spesso che chi sia sensibile all'ambrosia lo sia anche ad altri pollini, peggiorando la situazione.
Se si sospetta un'allergia all'ambrosia il medico di famiglia generalmente prescrive il Rast Test, che identifica la presenza degli anticorpi che si attivano a contatto con un allergene. Utile anche il prick test.
La terapia prevede l'utilizzo di antistaminici e cortisonici che vengono assunti in genere con degli inalatori. Il medico può prescrivere anche uno spray broncodilatatore in presenza di asma. È assolutamente vietato il fai da te. Anzi, bisogna attenersi rigorosamente alle raccomandazioni dell'allergologo. Uno degli errori più diffusi ad esempio è quello di assumere gli antistaminici al bisogno. Devono invece essere presi per almeno un mese, indipendentemente dalla severità dei sintomi. È possibile anche fare il "vaccino", ma bisogna programmarlo a partire dalla primavera con gocce sublinguali o iniezioni sottocutanee.